Il programma è un viaggio nel suono. Si parte dall’aspetto più crudo e post-industriale degli strumenti costruiti da Simone Pappalardo e comandati via computer: materiali di scarto, latta o legno o circuiti di uso domestico vengono re-inventati e diventano strumento. Il momento di focalizzazione sul suono “residuo” del nostro quotidiano prende poi vita in una impro-session con Simpone Pappalardo e Nicola Cappelletti ovvero una performance in cui il rumore si fa forma e brano semi-improvvisato. Si passa poi ad un ritratto americano (eseguito da Opificio Sonoro insieme agli artisti ospiti) con John Cage in Imaginary Landscape N.1 per due fonografi, pianoforte e piatto sospeso e In a Landscape per pianoforte solo. Segue il performativo Alvin Lucier con un brano per voci e palloncini e lo spettralista James Tenney con un brano dall’ascolto altamente immersivo.


SIMONE PAPPALARDO
Installazione itinerante sculture sonore, e soundfield
SIMONE PAPPALARDO – NICOLA CAPPELLETTI
Impro Session elettronica e con strumenti ispirati all’arte povera comandati via laptop
JOHN CAGE, Imaginary Landscape n. 1 (1939)
per due fonografi a velocità variabile, pianoforte e piatto sospeso
In a Landscape (1948)
per pianoforte solo
ALVIN LUCIER, Heavier Than Air (1999)
per palloncini, anidride carbonica
JAMES TENNEY, Critical Band (1988)
per ensemble variabile