Nel patrimonio musicale italiano che parla al mondo, il rapporto tra immagine e suono (tra visibile e udibile) sembra misurare la propria indagine sulla scia di un duplice binario: quello formale delle grandi arcate e delle volumetrie temporalmente estese che rimandano al tea-
tro, oppure quello più agile e sottile, capace di restituire la mutevolezza danzante del cambio di luce più fragile.
Tra l’una e l’altra strada si potrebbe misurare la produzione dell’autore al centro di questo programma: Salvatore Sciarrino.
Dal teatro musicale alla miniatura cameristica, il mondo sensibile dell’artista (tifernate d’adozione) è capace di parlare al conterraneo Alberto Burri in “Omaggio a Burri”, di indagare la primità del colore in “Esplorazione del bianco II” o di misurarsi con l’orizzonte più schiac-
ciante (“Muro d’orizzonte”).
Attraverso un approccio figurativo al suono, Salvatore Sciarrino parla molte lingue e parla con molte epoche. Il legame col barocco trova riscontro nelle pagine teatrali e nelle trascrizioni legate ad autori come Gesualdo, Stradella o Domenico Scarlatti.
In questo caso il ‘600 strumentale napoletano/spagnolo che splende nel siglo de oro non è quello scarlattiano bensì quello che ha voce in Andrea Falconieri, in particolare con una selezione di brani tratti dall’opera che ne rappresenta la summa stilistica: “Il Primo Libro di Canzone, Sinfonie, Fantasie, Capricci, Brandi, Correnti, Gagliarde, Alemane, Volte”, qui trascritti e arrangiati appositamente per questo programma da Opificio Sonoro.
Una nuova luce barocca, dunque, per illuminare l’ispirazione sciarriniana più agile e intima, e un nuovo lavoro in prima esecuzione assoluta appositamente commissionato a Raffaele Sargenti per sostenere le grandi volute di questo viaggio italiano sul “suono dipinto”.
In questo caso è l’aspetto drammaturgico a parlare, la grande pennellata che rimanda al teatro musicale è affidata al compositore (anch’egli umbro), che più volte si è distinto in questo campo creativo. Verrà dunque presentato “Tableaux vivants coi colori di Falconieri”, brano in tre parti che saranno alternate ai lavori di Sciarrino e Falconieri secondo le indicazioni dell’autore (che ha curato la scaletta del concerto insieme a Opificio Sonoro).
Musica Picta è un programma che racconta il potenziale visivo del suono, che parla di orizzonti da esplorare, di luci di terre straniere e di una radice italiana e locale (qui per la maggior parte umbra) che si fa rètina e filtro di uno sguardo verso epoche, arti e lingue lontane.